02 Mag 2017

2016 ALVAR GONZALES PALACIOS

La Giuria del XXVII (VENTISETTESIMO) Premio Livio Giuseppe Borghese, dedicato a un autore italiano e composta da Arnold Esch, Christoph Frommel, Laura Gigli, Bruno Luiselli, Jean-Claude Maire- Vigueur, Antonio Martini, Angela Negro, Maria Teresa Russo Bonadonna, Romolo Augusto Staccioli, presieduta da  Tommaso Di Carpegna Falconieri,  ha deliberato all’unanimità di assegnare il premio al professor Alvar Gonzales Palacios.

Alvar Gonzales Palacios è nativo di Cuba, ma naturalizzato italiano da quando negli anni ’60 si trasferì a Firenze studiando  Storia dell’Arte sotto la guida di Roberto Longhi. La sua curiosità intellettuale e il rigore di studioso lo qualificano, in verità come non solo italiano ma davvero cittadino del mondo.

A lui va il merito di aver aperto la strada nel nostro paese al campo, poco frequentato della” filosofia dell’arredamento” diventando maestro assoluto dello studio delle arti decorative, con una serie ininterrotta di studi sul mobilio, gli argenti, i marmi e gli arredi fra sei e ottocento, che ha pubblicato in parte sulla rivista “ Antologia di Belle Arti” di cui ha avuto la direzione con Federico Zeri, e in volumi fondamentali come il catalogo “ Fasto Romano”, quello su “L’Oro di Valadier”  mostra ospitata dell’Accademia di Francia, i due preziosi volumi sugli arredi del Quirinale, e quello fondamentale  su “ Arredi e Ornamenti alla corte di Roma” del 2004.

Gonzales Palacios ha per cinquant’anni sviluppato una inesauribile attività di  studio, che ha raggiunto fama internazionale partendo da una rigorosa ricerca d’archivio( che ha ormai fatto scuola) per giungere al suggello dell’attribuzionismo. Nei suoi scritti, concentrati soprattutto su Napoli e Roma (memorabili quelli su Villa Borghese) la severità dell’indagine si esprime in una  scrittura   brillante ed evocativa (straordinaria per un non italiano di nascita) che ha dato prova di sé anche sugli articoli su “ Repubblica” e non solo molti orientati  verso un impegno civile per la salvaguardia del patrimonio artistico, romano in particolare.