Il palazzo Borghese di Artena

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La famiglia Borghese

La famiglia Borghese deve le sue origini alla città di Siena. Ne fu capostipite tal Tiezzo Da Monticiano, vissuto nella prima metà del XIII secolo. Nell’anno 1541 ci fu la svolta nelle sorti del casato. Infatti con Marcantonio I (1504-1574), uomo politico e avvocato al servizio del Vaticano, in quella data la famiglia Borghese si trasferì a Roma. Nel 1605 Camillo Borghese (1552-1621), figlio di Marcantonio I, conseguì la tara pontificia con il nome di Paolo V. Non estraneo alle abitudini dei papi del tempo cominciò a distribuire alte cariche a familiari ed amici. Una sorella di papa Pio V Borghese, Ortensia, coniugata a Marcantonio Caffarelli, ebbe come figlio quello Scipione (1576-1633) che ricevette la porpora cardinalizia e il cognome dello zio. Scipione Borghese fu un grande protettore dei Bernini, nonché iniziatore dell’opera di costruzione della casina Borghese dalla quale, nel tempo, si sarebbe formata tutta l’omonima villa. Fu infatti la vecchia al Muro Torto, di cui papa Paolo V era divenuto proprietario, a costituire il primo nucleo della villa. Il papa, che evidentemente nutriva un grande affetto per il suo intraprendente nipote, donò la vecchia vigna a Scipione che subito e con grande trasporto si impegnò nell’opera di costruzione della famosa palazzina, affidandone la realizzazione all’architetto Flaminio Ponzio.
Nel 1610, sempre grazie all’intercessione e al potere del papa, la tenuta fu dotata d’acqua prolungando la condotta dell’Acqua Felice fino alla villa. Del 1829 è l’inaugurazione dell’ingresso monumentale verso Piazza del Popolo e con la fine dell’800 l’impalcatura generale della villa rimase sostanzialmente inalterata.
Arriviamo così al 1902, anno in cui lo Stato italiano acquistò la palazzina con le collezioni e il parco. Nel corso dell’anno successivo il parco fu ceduto al Comune di Roma e aperto al pubblico, mentre la palazzina con le collezioni venne adibita a museo. A tutt’oggi villa Borghese si estende a nord di Porta Pinciana e a nord est di Piazza del Popolo su una superficie di circa 1 km quadrato. Al suo interno si trovano la palazzina con al suo interno il Museo e la Galleria Borghese (di proprietà dello Stato), il Palazzo delle Belle Arti (che ospita la Galleria nazionale di arte moderna), la villa di Papa Giulio con il Museo di Villa Giulia, Piazza di Siena che con la sua forma di stadio ospita concerti, spettacoli e manifestazioni culturali, il galoppatoio ed il giardino zoologico (con dentro il museo di zoologia ed il museo africano, ed inoltre fontane, laghetti e viali luminosi ed alberati).

Il palazzo

Edificato nel XIII secolo dai Conti di Segni, passò ai Colonna, che furono per secoli in conflitto con il papato. Di conseguenza, Montefortino (come si chiamò il paese fino al XIX secolo) si trovò ad essere più volte assalita dalle truppe pontificie, che la distrussero completamente nel 1527, nel 1542 ed infine nel 1557, quando papa Paolo IV, nemico acerrimo dei Colonna, ordinò addirittura di spargere sale sulle rovine. Quando il papa morì due anni dopo, i Colonna tornarono in possesso del feudo. La città ed il palazzo furono interamente ricostruiti, ma, a causa delle grandi difficoltà finanziarie della famiglia, nel 1613-14 i Colonna vendere il feudo al Cardinale Scipione Borghese, nipote di papa Paolo V.
A lui si deve l’ampliamento e la definitiva sistemazione del palazzo, che trasformò in un complesso monumentale. Per farlo si avvalse dell’opera dell’architetto fiammingo Jan Van Santen, ovvero Giovanni Vasanzio (che già stava lavorando per lui al complesso tuscolano di Villa Mondragone). Questi ingrandì ed unì le due distinte strutture originarie del palazzo in un unico edificio mediante la costruzione di una monumentale galleria a tre piani. Progettò anche la doppia scala circolare ed il grande camino decorato con una testa di Medusa attribuita al Bernini. All’interno del palazzo sono ancora conservati alcuni affreschi di Paul Bril, pittore fiammingo molto apprezzato a Roma per i suoi paesaggi, e porte di legno eseguite dall’architetto romano G.B. Soria. Di fronte al palazzo, Vasanzio creò la piazza principale del paese, con una spettacolare terrazza panoramica. Il Palazzo appartiene ancora ai Borghese, e può essere visitato dietro loro autorizzazione.

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